Non
avevo mai disegnato con tale dedizione uno scroto.
Vi piace? Bello
eh?
No, non è il mio, per motivi di postura non ho potuto fare un
disegno dal vero come quando andavo all'Istituto d'arte.
La
prof. di disegno dal vero si chiamava con un nome simile al cognome,
una mancanza di fantasia dei suoi genitori di sicuro congenita dal
momento che la prof in questione aveva l'elasticità mentale di un
suppellettile.
Natalia Natali* si chiamava, 'sta zoccola.
Il
disegno dal vero era l'unica materia che potesse insegnare una
persona con la sua taratura mentale. La forma di espressione
artistica più reazionaria che esista, che ti costringe a copiare la
realtà pedissequamente, senza guizzi personali, con il cazzo di
panneggio di stoffa messo con mille pieghe apposta , e poi i solidi,
i cubi e le sfere, oggetti inanimati da copiare uguali.
Ovviamente
non disegnavamo scroti, ma nature morte.
Erano delle nature morte erano talmente
insignificanti che sostituirò alla parola che fa riferimento ad un
qualsivoglia oggetto della natura morta (una sfera, un vaso, un
frutto), la parola “scroto”:
“Lanza!
E questo sarebbe uno scroto?”
“Ma
professoressa io....”
“E'
orribile! Non sembra per nulla uno scroto!
“
“Professoressa
va bene così?”
“mmmm,
non ci siamo Lanza. Questo scroto
è troppo grande, è sproporzionato!”
“E
questo sarebbe un chiaroscuro??”
“Professoressa,
non l'ho ancora terminato! Devo ancora passare la gomma pane..”
“E'
orribile! Guarda lo scroto
di Concetta! Guardalo! Che armonia, che proporzioni, che
chiaroscuro.. Il tuo scroto
invece fa schifo!
Oggi
se digiti su Google “Marcus L. cartoonist” sono il primo
risultato della ricerca, se digiti “Natalia Natali * professoressa” avrai un desolante scenario di pagine che parlano di
tutt'altro. La questione, credo, possa ritenersi conclusa, zoccola.
(* non si chiamava veramente così. il mio avvocato mi ha consigliato di non mettere nomi veri di persona e poi darle della zoccola in pubblico. non sono ancora abbastanza ricco per affrontare una causa per diffamazione. ma comunque sì, aveva il nome e il cognome quasi uguali.e sì, se mettete il suo vero nome su google non compare comunque un cazzo.)
(* non si chiamava veramente così. il mio avvocato mi ha consigliato di non mettere nomi veri di persona e poi darle della zoccola in pubblico. non sono ancora abbastanza ricco per affrontare una causa per diffamazione. ma comunque sì, aveva il nome e il cognome quasi uguali.e sì, se mettete il suo vero nome su google non compare comunque un cazzo.)
Rimaniamo
sempre attorno all'immagine dello scroto che tanto vi starà
affascinando (ne sono sicuro). Nel linguaggio pubblico degli ultimi
tempi è molto in voga nominare, talora invano, il contenuto dello
scroto medesimo, quelle due simpatiche gemelline che conosciamo col
bonario nome di “palle”.
L'espressione
in questione ,“fuori dalle palle”, esprime l'insofferenza
dell'enunciatore verso qualcuno o qualcosa, nonché il veemente
invito verso quest'ultimo/a ad allontanarsi dal proprio spazio
d'azione, immagine resa vividamente con la gentile metafora scrotale.
Lo
spazio vitale di una persona è inviolabile, l'espressione “fuori
dalle palle” verso qualcuno che minaccia il tuo spazio vitale
personale è legittima.
La
società umana è però composta però da aggregazioni di individui,
da comunità di varia entità e grandezza ; all'interno della
comunità l'individuo cede una parte della sua individualità in
cambio dei vantaggi dello stare in un gruppo.
Tuttavia
la forza del gruppo sta anche nella somma delle individualità le
quali, in un rapporto di forze paritario, contribuiscono alla vita e
al rafforzamento del gruppo.
(finta
digressione)
Siamo
un gruppo di uomini di Neaderthal stanziati in una valle balcanica
vicino quella a cui tra moltissimi millenni verrà dato il nome di
Bulgaria. E' appena iniziata la primavera, ma fa ancora molto freddo
e i nostri indumenti di pelli cuciti in maniera grossolana ci fanno
gelare lo scroto (agli uomini almeno). Siamo un piccolo gruppo di una
decina di persone. Nessun prete è ancora arrivato a spiegarci il
concetto di famiglia quindi tra adulti si scopa con tutti e si sta
uniti nella protezione dei figli dal momento che tutti potremmo
esserne i genitori. Abbiamo grossomodo una suddivisione in compiti,
in base alle nostre capacità. Da quando siamo riusciti a costruirci
delle lance con le pietre di selce siamo stati in grado di cacciare
qualche piccolo animale e smetterla di mangiare solo radici del cazzo
e bacche (del cazzo). I primi tempi colui che cacciava una preda la
distribuiva agli altri e tutti si mangiava in allegria, felici del
lauto pasto, i bambini a giocare con le frattaglie (quei monelli!).
Alla
terza o quarta volta però una delle donne che si occupano della
preparazione del cibo, all'ennesima preda portata orgogliosamente
alla comunità (un gatto selvatico, modestamente cacciato e sgozzato
dal sottoscritto) ci disse che basta, non si può più mangiare così
selvaggiamente, che la carne mangiata così fa male e che bisognava
andarsi a lavare le mani al ruscello, mentre lei e le altre avrebbero
preparato la carne sul fuoco, per renderla più facile da digerire e
farla durare di più. Ma tu guarda questa! Noi andiamo a cacciare e
lei ci deve spiegare come mangiare! Se non le piace come si mangia la
carne che se ne vada fuori
dalle palle!
Il mio amico e compagno di caccia mi fa notare che sono giorni che
cachiamo vermi, e che forse la donna non ha tutti i torti, il gruppo
è di tutti e ognuno contribuisce per migliorarlo. Me lo fa notare
con un cazzotto (noi Neanderthal non siamo ancora padroni del
linguaggio verbale). Lo capisco, riconosco che stavo sragionando. Noi
siamo un gruppo vero, non come i Sapiens
che
vivono oltre la collina. Dei fanatici guidati da un capo dispotico!
Vado a lavarmi le mani al ruscello sperando che i cambiamenti per
oggi siano finiti e che il sesso di gruppo che facciamo dopo i pasti
sia ancora all'ordine del giorno.
(fine
della finta digressione)
L'amore
è un sentimento bellissimo.
Arrivo
tardi di parecchi secoli per poter scrivere qualcosa di originale
sull'amore, quindi tanto vale scrivere qualcosa di scontato.
L'amore
è bello.
Però
sappiamo che non è solo
bello.
L'amore
è anche
passionale
condiviso
non
ricambiato
banale
forte
fortissimo
universale
ossessivo
delirante
debole
paranoico
generoso
filiale
materno
paterno
ingrato
sessuale
avvincente
seducente
meraviglioso
estremo
disperato
irrazionale
Soffermiamoci
su quest'ultimo aggettivo, irrazionale.
L'amore
è tante cose belle, ma anche tante cose non dico brutte, ma più
complicate e poco gestibili, come ad esempio l'irrazionalità.
Diciamolo
chiaramente, molte volte l'amore è qualcosa di cui dovrebbero
occuparsene dei luminari della psichiatria, non certo i cantautori.
(la
canzone d'amore col titolo più ridondante di sempre)
L'irrazionalità
è uno degli aspetti imprevedibili di questo nobile sentimento,
quella che ci fa vivere le emozioni, che ci stacca dalla banalità
del razionale e ci fa volare alto coi sentimenti.
Quando
va bene.
Quando
va male invece è una centrifuga di deliri, gelosie basate sul
niente, isterie assortite e anche una certa dose di violenza verbale
e/o fisica.
La
cronaca è piena di episodi di amanti assassini, coniugi violenti, ex
fidanzati stalker e quant'altro. Fuori dalla cronaca esistono diversi
casi di coppie in cui uno dei due è succube dell'altro, ma non si
ribella benchè venga trattato male. Il classico esempio può essere
la donna succube del suo uomo che magari la picchia. L'irrazionalità
del suo amore la porterà a difendere quello stesso uomo con le
unghie e con i denti, magari verso coloro che cercheranno di farle
aprire gli occhi.
L'innamoramento
attiva le stesse aree celebrali che attivano le sostanze psicoattive,
gli innamorati sono di fatto dei drogati.
Non è un'esagerazione, è
proprio scientificamente provato, come spiegano molti studi.
I
Roxy Music comunque c'erano arrivati già molto tempo prima, per dovere di cronaca.
Quando
però questa droga entra a fondo nel cervello facendo perdere ogni
contatto con la realtà l'innamorato/tossico ha di solito reazioni
irrazionali e anche violente verso se stesso, la persona amata e
anche verso coloro che cercano di rompere l'incantesimo di questo
amore malato.
Cercare
di condurre alla ragione tali individui è quasi impossibile.
Che
succede quando l'amore diventa politica?
Questo:
Ora,
io ho avuto degli splendidi compleanni festeggiati da amici che mi
volevano bene, ma mai nessuno mi ha voluto COSì bene da organizzare
una parata in mio onore come questa!
Sembra
un'iperbole buffa, ma non lo è.
Le
dittature con ampi consensi popolari non avrebbero modo di esistere
senza l'amore.
Le
migliaia di persone che acclamavano Hitler e Mussolini non avevano
OGNUNA DI ESSE il fucile puntato dietro perchè acclamassero. Ci
credevano davvero. Era amore.
Non
come i miei amici di merda che mi hanno fatto gli auguri per il mio
compleanno così:
Quando
l'amore viene coniugato in politica la politica eleva a potenza ogni
aspetto dell'amore stesso.
Amare un'idea è in sé una cosa bella, è
credere in qualcosa.
Sfortunatamente però l'essere umano ha bisogno
di visualizzare meglio l'oggetto del suo amore, di dargli forma
fisica.
La forma fisica è il leader politico che incarna l'ideologia
stessa, la quale ad un certo punto passa in secondo piano e tutto
questo amore viene concentrato su una sola persona a livello di
massa. E' la dinamica degli innamoramenti di massa, “l'enigma del
consenso” per citare Kershaw.
Nessun
enigma caro Kershaw. Solo una massa di innamorati di massa
rincoglioniti con tendenze masochiste nemmeno troppo velate.
Scatta
una sindrome di Stoccolma collettiva, il leader è la persona amata
irrazionalmente. Non importa cosa faccia, come ci tratti, è l'amato
e i seguaci sono la donna succube.
Questo
spiega benissimo le reazioni passionale e violente dei tanti
innamorati succubi di nei talk show:
o
i commenti inviperiti sul web e gli atti di protosquadrismo di altri
innamorati succubi:
Il
componente di un gruppo politico che dissente con la linea generale
del gruppo portando punti di vista diversi va ascoltato o isolato?
(ed ecco a voi che tornano, con un coupe de theatre, le palle!)
(tutto lascia pensare che Grillo si nutra di carne cruda).
L'amore
è una branchia della psichiatria, come la politica. Andrebbero
tenute separate per non creare disastri ancora più gravi di quelli
che possono creare già da sole.
In
questi anni di rinato populismo (in realtà i populismi non muoiono
mai, fanno la staffetta) è diventato per me sempre più difficile
parlare serenamente e lucidamente di politica. Una volta era più
facile. Era facile riconoscere un berlusconiano, per dire. Hai
ventidue anni e indossi giacca e cravatta, sei berlusconiano. O
mormone. O marxista e leninista. O semplicemente sei coglione.
In
ogni caso la tua visione del mondo è chiaramente diversa dalla mia,
non abbiamo nulla da dirci (in generale ritengo che CHIUNQUE indossi
giacca e cravatta rappresenta il Male).
Oggi
è dannatamente difficile, il mondo è pieno di invasati innamorati
che ti aggrediscono ogni volta che osi criticare il loro oggetto di
adorazione. E non ci sono spazi liberi.
Ad
esempio uno scrive delle riflessioni critiche sul proprio wall di
facebook ed ecco che arrivano gli invasati innamorati di turno che
aggrediscono con commenti urlati e privi di un qualsivoglia spiraglio
che lasci lo spazio al confronto di idee.
Certo
si parla di mondo virtuale, fa ridere in confronto alla violenza
vera.
Però
anche questo è protosquadrismo, ed è giusto segnalarlo.
La
tentazione di affiggere un cartello del genere è forte:
Probabilmente
funzionerebbe pure, dato che è un linguaggio al quale sono abituati
e che accettano di buon grado. Ma non lo farò, ovviamente.
flash
back, 1995
“Lanza!
Ti sei addormentato sul foglio!”
“Mi
scusi professoressa, ho avuto un sogno incredibile, ero nel 2013 e
scrivevo in un blog di invasati innamorati che infestano i wall di
facebook!”
“Cosa
dici Lanza? Ti inventi le parole? Prendi in giro? Ti mando dalla
preside!”
“Mi
scusi professoressa”
“Adesso
disegna questo benedetto scroto!”
flash
back, 1997
“Carmelo,
ce l'hai tu la bottiglia di gin?”
“Si,
che devi fare?”
“Dammela!”
“Non
puoi bere tutto 'sto gin a stomaco vuoto, sei pazzo!”
….
“Che
fine ha fatto Marco?”
“E'
ubriaco! Si è perso nel bosco!”
“Ma
porca puttana , si è messo in testa di rovinarci la scampagnata tra
compagni di classe?”
“Eccolo,
eccolo lì”
“Fermati
stronzo!”
“ahihhndoewhfierutg
ubthigtjrjcotjovjtvhigtyihityhidr9etuy8gn “
“Prendetelo,
portalelo in macchina!”
“Cazzo
è bianco, sta male!
“Andiamo
all'ospedale cazzo!”
“nooooOOOoooo”
…
“Tenetegli
la testa fuori,non voglio che mi vomiti nella macchina”
“Cazzo
Marco!”
“Bluarrppppp!”
…
(sul
lettino dell'ospedale, ultime parole da semicosciente)
“fate
quello che volete, fate tutto quello che cazzo volete, ma per non
chiamate i miei genitori per nessuna ragione al mondo...”
puntura
sfumatura
in nero
….
(risveglio)
sfumatura
in chiaro, da sfocato diventa a fuoco, i volti di mia madre e di mio
padre che scuotono la testa
“non
ti avevamo mai visto in queste condizioni”
(quello
appena letto è un perfetto esempio di comportamento d'amore
irrazionale, quel giorno ero stato rifiutato dalla ragazza che mi
piaceva).
epilogo:
(inquadratura finale: uno scroto)