A distanza di un anno e rotti dall'ultimo aggiornamento sull'argomento su questo blog eccomi col post annuale sulla mia attività fumettistica. A che punto sono coi miei fumetti?
Certo, vista l'immagine che ho scelto per aprire il post sembra che la risposta sia "in alto mare". Per fortuna non è così!
Dalla presentazione dei numeri 1 e 2 di Crisis Comix al Raptus di Bergen il settembre dello scorso anno non ci sono state nuove uscite di miei fumetti, è stato un anno dedicato soprattutto alla scrittura e al disegno dei capitoli seguenti.
A distanza di un anno e rotti dall'ultimo aggiornamento sull'argomento su questo blog eccomi col post annuale sulla mia attività fumettistica. A che punto sono coi miei fumetti?
Certo, vista l'immagine che ho scelto per aprire il post sembra che la risposta sia "in alto mare". Per fortuna non è così!
Il
progetto “Crisis Comix” è un progetto magmatico. Ho cercato di
lavorare alla struttura narrativa di questi miei nuovi lavori molto
più di quanto abbia fatto in passato; tuttavia i tempi lunghi di
gestazione, il tempo oggettivamente lungo che passa dalla scrittura
allo schizzo, alle matite 2H, all'inchiostrazione, colorazione e
infine stampa fanno sì che dall'idea iniziale alla storia finita ci
sia qualche differenza.
Senza contare le paranoie creative che mi colgono sempre alla fine o quasi di qualsiasi cosa faccia.
tratto da "La vitaccia di un fumettista indipendente" ( "Crisis Comix #02)
Dopo
il numero 1 e 2 ci si sarebbe aspettato un numero 3, ed era quello a
cui stavo lavorando. Poi però ho cambiato completamente idea, ho interrotto il disegno del numero 3 e mi sono messo a fare un numero che si colloca narrativamente prima del numero 1 già pubblicato, numero che ho dovuto chiamare per forza numero 0 (non potevo
cambiare la numerazione dato che i numeri 1 e 2 sono già stati
stampati).
Insomma se George Lucas ha cambiato l'ordine narrativo della sua saga girando i primi capitoli di Star Wars anni dopo i capitoli intermedi, non vedo perchè non possa farlo anche io! I motivi di questa scelta sono estremamente noiosi, ve li risparmio per ora. In ogni caso ognuno dei numeri di "Crisis Comix" può essere letto sia autonomamente che collegati l'uno con l'altro. Il numero 0 attualmente in preparazione si collegherà quindi al numero 1 e così via.
La storia in questione, il numero 0, non è ancora finita, ma la copertina sì (o quasi), il titolo della storia non compare ancora perchè sono è ancora provvisorio, ma insomma ci siamo quasi. Per chiunque mi conosca credo che l'ambientazione della storia sarà abbastanza facile da capire, agli altri lascio il tempo di scoprirlo quando il fumetto sarà uscito.
tratto da "La vitaccia di un fumettista indipendente" ( "Crisis Comix #02)
Dopo il numero 1 e 2 ci si sarebbe aspettato un numero 3, ed era quello a cui stavo lavorando. Poi però ho cambiato completamente idea, ho interrotto il disegno del numero 3 e mi sono messo a fare un numero che si colloca narrativamente prima del numero 1 già pubblicato, numero che ho dovuto chiamare per forza numero 0 (non potevo cambiare la numerazione dato che i numeri 1 e 2 sono già stati stampati).
Insomma se George Lucas ha cambiato l'ordine narrativo della sua saga girando i primi capitoli di Star Wars anni dopo i capitoli intermedi, non vedo perchè non possa farlo anche io! I motivi di questa scelta sono estremamente noiosi, ve li risparmio per ora. In ogni caso ognuno dei numeri di "Crisis Comix" può essere letto sia autonomamente che collegati l'uno con l'altro. Il numero 0 attualmente in preparazione si collegherà quindi al numero 1 e così via.
La storia in questione, il numero 0, non è ancora finita, ma la copertina sì (o quasi), il titolo della storia non compare ancora perchè sono è ancora provvisorio, ma insomma ci siamo quasi. Per chiunque mi conosca credo che l'ambientazione della storia sarà abbastanza facile da capire, agli altri lascio il tempo di scoprirlo quando il fumetto sarà uscito.
Una volta completato il numero attuale posso dire che sono arrivato alla metà della serie.
Una piccola soddisfazione.
Queste cose le scrivo oggi, poi magari al prossimo aggiornamento leggerete cose completamente diverse, tipo che Famiglia Cristiana mi ha dato una barca di soldi per fare la storia di San Domenico Savio a fumetti, e che quindi abbandoni il progetto.
Ma non credo accadrà facilmente.
Con una certa soddisfazione mista a umiltà con una spolverata di arroganza, vi mostro dunque le copertine dei primi tre numeri di Crisis Comix, nell'ordine cronologico in cui vanno lette e in cui inizierò a distribuirle con Blatta Production a partire sal 2016, Dio solo sa come (ci sarà da ridere) :
Una volta completato il numero attuale posso dire che sono arrivato alla metà della serie.
Una piccola soddisfazione.
Queste cose le scrivo oggi, poi magari al prossimo aggiornamento leggerete cose completamente diverse, tipo che Famiglia Cristiana mi ha dato una barca di soldi per fare la storia di San Domenico Savio a fumetti, e che quindi abbandoni il progetto.
Ma non credo accadrà facilmente.
Con una certa soddisfazione mista a umiltà con una spolverata di arroganza, vi mostro dunque le copertine dei primi tre numeri di Crisis Comix, nell'ordine cronologico in cui vanno lette e in cui inizierò a distribuirle con Blatta Production a partire sal 2016, Dio solo sa come (ci sarà da ridere) :
Come dicevo il numero zero non è ancora pronto, sto finendo di
inchiorstrarlo, poi dovrò rifare un numero impressionante di
vignette, scansirlo, colorarlo eccetera. Auspicabilmente sarà pronto
all'inizio dell'anno prossimo.
Le copertine degli altri due invece me le avete viste postare svariate volte, sono stati i numeri presentati l'anno scorso al Raptus di Bergen, seppure con qualche sostanziale cambiamento.
“Crisis Comix” è stato stampato in
turatura abbastanza limitata qui in Norvegia, in italiano, inglese e
norvegese. Diciamo che era stato un esperimento. E' stata la prima presentazione di roba mia dopo diversi
anni, peraltro in un paese diverso. E' andata incredibilmente bene, le copie sono andate
esaurite e mi sono beccato pure due belle recensioni che trovate tradotte nel link iniziale ( giuro che la traduzione è fedele!).
Ancora gasato da quell'inizio e,
nonostante il cambiamento di linea narrativa mi imponesse di
aspettare di terminare il numero 0 per presentare di nuovo le storie,
ho deciso che chissenefrega e ho lavorato per riuscire a fare una
presentazione delle mie storie in Italia. Ci sono tantissimi festival
e luoghi dove avrei potuto farlo, ma c'era solo un luogo in cui
volevo veramente farlo. Uno dei festival di fumetto (e non solo) più
bello e genuino in cui sia mai stato. Un festival al quale
parecipammo, con la vecchia Blatta Production, alla prima e alla
terza edizione e che da allora (sono passati più di dieci anni) è
cresciuto tantissimo, mantenedo però intatto il suo spritito
originale. Sto parlando del “Crack! Fumetti Dirompenti! “ di
Roma. Dall'ultima volta in cui c'ero stato è diventato credo la più importante manifestazione di fumetto (e non solo) underground d'Europa.
“Crisis
Comix” è stata ristampata in un nuovo formato, formato comic book
americano (17x26 cm), un formato che ho ritenuto adatto per il tipo
di storie (la prima versione uscita in Norvegia era in A5).
Inoltre
ho cambiato idea sull'iniziale tricromia e ho deciso di dargli più
colore. Questa è stata una piccola nuova sfida per me, che non ho
dedicato mai molta attenzione al colore nei miei fumetti. Ho scelto
una tavolozza limitata di circa una decina di colori netti, senza sfumature o effetti particolari) e ho ricolorato tutto.
Perfettamente consapevole che non sono un colorista, sperando che prima o poi sia abbastanza ricco da potermeme permettere uno!
Ne ho
approfittato ovviamente per correggere i tanti refusi rimasti nei
dialoghi e ho anche rifatto alcune vignette.
Ecco alcune differenze tra il prima e il dopo di alcune parti.
Rilanciare
solo i miei fumetti con l'etichetta Blatta Production sarebbe stato
un po' ridondande. La prima esperienza (divertentissima) di Blatta
Production nei primi anni Zero era nata come esperienza collettiva.
Essendo passati tanti anni e sfumate tante motivazioni, era molto
difficile ricreare un'esperienza fumettistica collettiva come allora.
A dirla tutta nemmeno allora l'esperimento protoeditoriale
“collettivizzante” riuscì in pieno. Però la voglia di proporre
altre storie era tanta e quindi a questo punto della storia dovete
immaginarvi una scena alla “Blues Brothers”, quella in cui i due
fratelli vanno in giro a cercare i vecchi componenti della band per
“rimettere insieme la band”.
Vabbè, è stato meno epico che coi Blues Brothes, ma in parte è stato epico lo stesso.
Ovviamente non potevo contattare tutti, nè tutti potevano fare di nuovo parte del progetto, nel frattempo c'è chi si è dedicato ad altro. Ma tra i pochi eletti un
importante e singolare personaggio, un fumettista che ci accompagnò
con le sue bizzarre storie ai tempi in tutti i numeri usciti di
“Naked Women Inside” (la rivista di Blatta Production di allora) si è lasciato coinvolgere di nuovo.
Sto
parlando di Antoine Caramalli, artista visivo e fumettista italo
francese attualmente residente a Bruxelles.
Anche
lui, come me l'anno prima, non faceva fumetti da circa cinque anni.
C'è da dire che aveva una scusa migliore delle mie (ha avuto un
bambino), e quando si è detto interessato al progetto e mi ha detto
che avrebbe ripreso a farli grazie alla mia proposta, devo
riconoscere che mi sono sentito molto orgoglioso.
Sentirsi
dopo tanto tempo è stato molto bello, abbiamo discusso su una nuova
collaborazione, gli ho spiegato il nuovo corso di Blatta Production
(non più riviste collettive e storielle brevi, ma storie di medio o
ampio respiro, meglio se strutturate in miniserie).
Quel
matto di Antoine ha messo in cantiere una miniserie di tre numeri,
ognuno del quale contiene delle storie differenti che continuano in
ogni numero. Storie non sempre convenzionali, come nel suo stile, e proprio per questo molto interessanti da leggere, anche perchè concepite come una "performance", con tanto di spettatori che assistono. Bisogna averlo tra le mani per capire bene di cosa si tratta! Una delle quali (la mia preferita, forse uno dei suoi
lavori a fumetti più ambiziosi) è "La Trappola" la versione a fumetti di un episodio tratto da un omanzo gotico di Matthew Gregory Lewis, “Il Monaco” del 1798. Qui di seguito la copertina del numero 1 del suo "Spectacular Comix" e alcune tavole:
In qualche maniera rocambolesca siamo riusciti a stampare entrambi le serie per il Crack!
wooooooooowooooooo !!!!
Tutto
era pronto, siamo partiti. Un aereo dalla Norvegia e un altro dal
Belgio ci hanno portati entrambi a Roma, dove ho passato una delle
settimane più stancanti, ma anche più divertenti degli ultimi anni.
Al
Forte Prenestino, dove si svolge il “Crack!” tante vecchie facce
non le ho riviste, ma qualcuna si. A partire dagli organizzatori
(Valerio, Giusy e tanti altri), svariati altri fumettisti e
moltissime facce nuove.
Giorni
passati a smistare pacchi di fumetti che mi erano arrivati per posta
a Roma, svariati pacchi che ho spedito in qualche città italiana e
che ancora aspettano dormienti il prossimo step organizzativo.
Pacchi
ricevuti da mia cugina Cecilia in pieno Trastevere, alla quale ho
riempito lo studio pittorico (sì, siamo una famiglia di fottuti
artisti, embè?) e senza il cui importante supporto logistico e
doccistico (le docce al Forte erano molto pittoresche, ma una doccia
calda in casa è tutta un'altra cosa) sarei stato veramente nei
casini!
Oltre
a rivedere il mitico Antoine, che mi ha affiancato in questo nuovo
inizio italiano di Blatta Production, ho rivisto Simone, venuto a
Roma a posta (d'altronde come fondatore della vecchia Blatta non
poteva mancare). Nonostante i pochi giorni in cui è rimasto è stata
una presenza molto gradita sia nell'aspetto amicale che in quello
simbolico. Mi ha anche regalato un minidocu che descrive molto bene
l'atmosfera di quei giorni.
Last,
but not least, l'arrivo da Genova di un altro reduce degli anni
bolognesi, l'inossodabile Francesco “Frano” Torcoletti, venuto
apposta per l'occasione!
Passeggiare
per Roma con Frano con la chitarra e Antoine col registratore a
registrare i nostri stornelli improvvisati è stato il revival
perfetto. Ce la siamo spassata.
Il buon Antoine ha pensato di creare dei file audio di alcuni momenti di quei giorni, che coprono i momenti più svariati, dal momento di scambio denaro/fumetto al mercatino del Forte alla registrazione dadaista di fumettisti che russano e uccelli che cantano, passando per l'audio di un'amatriciana e ovviamente gli stornelli. Almeno qualcuno ve lo devo postare, perdonatemi!
Dopo
questa parentesi romana ognuno di noi è tornato alla propria vita.
L'idea
iniziale era riuscire a presentare qualcosa di nuovo questo autunno
ma, molto banalmente, non ce l'abbiamo fatta.
La scelta di pubblicare tutto su carta e usare internet solo per aggiornare su eventi, forse può sembrare una scelta anacronistica. In molti mi hanno consigliato di pubblicare i contenuti anche su internet, e magari lo faremo anche ad un certo punto.
Tuttavia la scelta di produrre queste nuove storie
attrraverso canali e supporti tradizionali, fisici e lenti, è una
scelta precisa. Forse è troppo dire “filosofica”, ma di sicuro
posso dire “programmmatica”.
Ritengo che internet abbia sì velocizzato, ma
anche abbassato la qualità di molti contenuti.
La tendenza ad avere un riscontro immediato, l'ansia di
prestazione provocata dal meccanismo del “like me” , ha portato
una certa produzione di contenuti (non solo fumettistici, sia chiaro)
ad un certo appiattimento verso il basso, ad una ricerca di
semplicità e immediatezza che va a discapito della ricerca di una
narrazione più complessa.
Ho
detto “abbassato”, ma mi correggo. L'immediatezza e la velocità
non sono necessariamente dei limiti, anzi! Rimanendo nel fumetto, le strip a fumetti
esistono da decenni, l'immediatezza è sempre stato il loro punto di
forza, anzi ho sempre invidiato gli autori che con poco riuscivano a
dire molto.
Tuttavia
ritengo che il tipo di approccio al quale la comunicazione sui social
ci sta abituando in questi anni favorisca un tipo di “immediatezza”
che non sempre si coniuga con la qualità dei contenuti. E lo stesso
meccanismo che premia o penalizza un contenuto, la condivisione e il
“like”, tende a favorire il contenuto in base alla sua
funzionalità sul mezzo e non (necessariamente) alla sua qualità.
Per
fare un esempio concreto che non si riferisca al fumetto: quando si
scrive un post particolarmente divertente, oppure semplicemente un video buffo o una bufala razzista ad effetto, si raggiunge un grande
numero di “like”; quando si scrive qualcosa di più complesso,
magari anche molto acuto e strutturato, il numero di apprezzamenti è
visibilmente più basso.
“Il
media E' il messaggio”, questo tipo di media contiene dunque il
messaggio implicito dell'immediatezza, della velocità e delle
semplicità, favorendo dunque i contenuti che più si allineano a
tali linee.
Nonostante sia un processo più lento è per questo motivo che si è scelto di produrre e distribuire questi nuovi
fumetti su carta. I tempi di lettura su carta sono diversi,
l'approccio è più approfondito. E soprattutto il momento di
condivisone, reale , fisico, è molto più divertente. Possiamo cantare gli stornelli e molestare le donne, per esempio.
E con questo ultimo pippotto credo di aver spiegato veramente tutto quello che c'era da spiegare e detto tutto quello che c'era da dire su quest'ultimo anno fumettistico.
Tutte le informazioni sulle prossime iniziative, presentazioni, punti di distribuzione, le potrete sapere seguendo la mia pagina facebook e quella di
Blatta Production.
Date
anche un occhiata al sito di Antoine Caramalli, un altro disadattato
peggio di me che non ha nemmeno facebook, ma ha un sito in cui
trovate tutto quello di cui si occupa , non solo fumetto.
Le copertine degli altri due invece me le avete viste postare svariate volte, sono stati i numeri presentati l'anno scorso al Raptus di Bergen, seppure con qualche sostanziale cambiamento.
“Crisis Comix” è stato stampato in turatura abbastanza limitata qui in Norvegia, in italiano, inglese e norvegese. Diciamo che era stato un esperimento. E' stata la prima presentazione di roba mia dopo diversi anni, peraltro in un paese diverso. E' andata incredibilmente bene, le copie sono andate esaurite e mi sono beccato pure due belle recensioni che trovate tradotte nel link iniziale ( giuro che la traduzione è fedele!).
Quel
matto di Antoine ha messo in cantiere una miniserie di tre numeri,
ognuno del quale contiene delle storie differenti che continuano in
ogni numero. Storie non sempre convenzionali, come nel suo stile, e proprio per questo molto interessanti da leggere, anche perchè concepite come una "performance", con tanto di spettatori che assistono. Bisogna averlo tra le mani per capire bene di cosa si tratta! Una delle quali (la mia preferita, forse uno dei suoi
lavori a fumetti più ambiziosi) è "La Trappola" la versione a fumetti di un episodio tratto da un omanzo gotico di Matthew Gregory Lewis, “Il Monaco” del 1798. Qui di seguito la copertina del numero 1 del suo "Spectacular Comix" e alcune tavole:
In qualche maniera rocambolesca siamo riusciti a stampare entrambi le serie per il Crack!
wooooooooowooooooo !!!!
Pacchi ricevuti da mia cugina Cecilia in pieno Trastevere, alla quale ho riempito lo studio pittorico (sì, siamo una famiglia di fottuti artisti, embè?) e senza il cui importante supporto logistico e doccistico (le docce al Forte erano molto pittoresche, ma una doccia calda in casa è tutta un'altra cosa) sarei stato veramente nei casini!
Il buon Antoine ha pensato di creare dei file audio di alcuni momenti di quei giorni, che coprono i momenti più svariati, dal momento di scambio denaro/fumetto al mercatino del Forte alla registrazione dadaista di fumettisti che russano e uccelli che cantano, passando per l'audio di un'amatriciana e ovviamente gli stornelli. Almeno qualcuno ve lo devo postare, perdonatemi!
La tendenza ad avere un riscontro immediato, l'ansia di prestazione provocata dal meccanismo del “like me” , ha portato una certa produzione di contenuti (non solo fumettistici, sia chiaro) ad un certo appiattimento verso il basso, ad una ricerca di semplicità e immediatezza che va a discapito della ricerca di una narrazione più complessa.
E con questo ultimo pippotto credo di aver spiegato veramente tutto quello che c'era da spiegare e detto tutto quello che c'era da dire su quest'ultimo anno fumettistico.
Tutte le informazioni sulle prossime iniziative, presentazioni, punti di distribuzione, le potrete sapere seguendo la mia pagina facebook e quella di Blatta Production.